martedì 5 luglio 2011

Maggio 1973 - La grande illusione



Quotidiano di Domenica 6 maggio 1973
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E' stato istituito a Rimigliano, in provincia di Livorno
Nuovo "parco naturale,, per difendere la bellezza selvaggia della Maremma
Ha il lato più lungo (7 chilometri) sul mare, con una spiaggia pulita - All'interno un bosco e piccole zone d'acqua - Aperti al pubblico 26 ettari (su 650) - Proibito entrare con le auto
(Dal nostro inviato speciale)
Livorno, 5 maggio.
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La cronaca del disastro ecologico che attacca la Penisola si interrompe oggi a San Vincenzo, piccolo paese di 6000 abitanti che vive di turismo balneare. Siamo nella Maremma livornese, a ridosso d'una lunga spiaggia sabbiosa che guarda dritto all'isola Gorgogna e più in là al «dito» della Corsica.
Il paese è tagliato in due dalla via Aurelia e inizia dove finisce la pineta di Cecina; intorno sono nati centri residenziali: «bungalows» tra gli alberi, richiamo per chi, dal Nord, scende lungo il Tirreno per raggiungere Piombino, il traghetto per l'Isola d'Elba. Una situazione ottima per le grosse speculazioni: il prezzo dei terreni è salito di dieci volte negli ultimi dieci anni, arrivando al tetto del 67 mila a metro quadro. E' facile, quindi, immaginare i risultati: distruzioni, disboscamenti, morte delle pinete, scomparsa dì ogni forma di natura.
Ma non è così. In una riunione, semplice e schietta, amministratori locali, rappresentanti della regione Toscana, urbanisti, biologi e tecnici della protezione dell'ambiente, hanno brindato all'istituzione del parco naturale di Rimigliano, il primo di una serie di iniziative dei comuni della zona per un futuro con meno cemento e più spazio vitale per l'uomo e gli animali. Si sono strette le mani, da una parte, i rappresentanti delle amministrazioni social- comuniste di San Vincenzo, Suvereto, Campiglia Marittima e Piombino, quelli della provincia di Livorno e dall'altra parte i responsabili del Fondo mondiale della natura (World Wild lìfe Fund) e «Italia Nostra». Nella saletta delle cerimonie del municipio dì San Vincenzo comunisti e socialisti rappresentavano la volontà politica per una seria iniziativa a favore della natura; i naturalisti della maggiore organizzazione privata d'Europa (presidente il principe Bernardo d'Olanda, vice il principe Filippo di Edinburgo; sede in Svìzzera) significavano l'esperienza nel ramo ecologico.
Dopo la cerimonia è iniziata la visita al parco, che ha come emblema la pigna del «grande pino», tipico della zona. Difendere l'ambiente naturale di Rimigliano era stato l'impegno degli urbanisti che nell'aprile del 1970 avevano ultimato il piano regolatore generale del comune di San Vincenzo. Rimigliano è un parco, gestito in comune col patrocinio del «WWF» e del museo di storia naturale di Livorno, che ha il suo lato più lungo sul mare (7 chilometri) e penetra a punta, all'interno. In tutto si tratta dì 650 ettari: una spiaggia pulita a ridosso di una lussureggiante pineta. Le dune sono ricche di tombolo, la vegetazione bassa che protegge i pini dalla salsedine. All'interno c'è un bosco di querce, lecci e ginepri. In mezzo si aprono radure e piccole zone d'acqua, ciò che resta del grande lago dì Rimigliano, bonificato ai tempi della malaria.
Il lago, per volontà dei comuni interessati, sarà ricostituito: un fatto unico nella storia della protezione della natura in Italia. La visita al parco prosegue lungo le pìccole stradine che tagliano la macchia. Nelle radure sono in fiore gigli selvatici dallo splendido color lilla. «Non ci saranno macchine a disturbare la quiete dei visitatori. Per ora — dice il sindaco di San Vincenzo — abbiamo aperto al pubblico sono una piccola zona di 26 ettari. L'accesso sarà limitato alle zone meno importanti dal punto di vista della flora e della fauna. Rimigliano sarà anche un laboratorio all'aria aperta».
Fabrizio Carbone
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Un'illusione durata quasi quarant'anni, anche se già negli ultimi quindici, i nuovi moderni amministratori democratici (non più i vecchi grezzi sindaci social-comunisti dell'articolo)  ci avevano fatto capire con i piani regolatori, ma anche con le opere e con i fatti, che quella grande illusione, antiquata e non più di moda, stava inesorabilmente tramontando e che presto avremmo dovuto dire addio ad ogni speranza di vederla realizzata.
Ormai Rimigliano est è praticamente  finito, e, quello che più conta,  Rimigliano a mare, già abbondantemente mutilato (dei 7 chilometri ne sono rimasti 5,5) e già in parte compromesso, ha ancora solo tre o quattro anni di sopravvivenza come parco naturale e spiaggia pubblica e libera.  
La nostra generazione ha avuto la fortuna di essere stata l'ultima ad aver potuto godere di una meraviglia naturale unica. I nostri figli e nipoti saranno i primi, dopo migliaia di anni, ad essere privati di questa inestimabile fortuna.
Per qualche inderogabile interesse pubblico?
No!
Sicuramente per l'umana insipienza, cecità e dabbenaggine degli amministratori, e per la colpevole inerzia e pigro egoismo dei cittadini.
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PS - Dall'epoca nella quale è stato scritto questo post, l'insipienza tecnico-politica della macchina comunale e il crollo del mercato immobiliare hanno per ora sospeso quel tentativo di definitiva soppressione del Parco, con un insperata proroga che tutti speriamo davvero che possa prolungarsi senza fine.
Un grande vecchio sindaco comunista di San Vincenzo



Rimigliano nel 1821 - Dall'Osteria del Serristori, la Torre di marmo, il Forte di San Vincenzio, lungo la Strada Regia, la Capanna dei Cavalleggeri, il grande Lago, la Torre Nuova  fino a Poggio al Mulino,  (i particolari in scala maggiore qui)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tra il 1974 e il 1984 ho vissuto a San Vincenzo.Nel 1984 avevo 14 anni, quindi ci ho passato la mia adolescenza.Ho dei bellissimi ricordi per tutte le stagioni.
Ci sono tornato varie volte negli anni successivi ma ora non ci torno più.
Purtroppo in Italia non c'è la cultura del tenere la natura.
Le spiagge libere devono restare libere.
Sarà per questo che da almeno 15 anni non vado più al mare in Italia.
In Spagna tutte le spiagge sono di demanio pubblico e allo stato attuale se si fa un confronto l'Italia ne esce massacrata.
Fuori dai canonici luoghi turistici ci sono zone quasi incontaminate protette a denti stretti dallo stato e dalle province con urbanizzazione ridotta o nulla.
Sarà per questo che non cosidero più il mare Italiano.
Peccato perchè San Vincenzo una volta era un bel posto.